Aggressione in Comune - Comune di San Cesario sul Panaro

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Aggressione in Comune

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Aggressione in Comune
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E’ con profondo dispiacere che il Comune di San Cesario sul Panaro si vede costretto a dare notizia dell’episodio avvenuto questa mattina nella sede del Comune. Dopo che la famiglia Nassif, composta da sei persone: madre, padre, tre figli e una nonna, si è vista costretta ad abbandonare l’abitazione che da circa 10 anni abitava in via Liberazione n° 1102 a San Cesario, perché dichiarata inagibile, il Comune si è offerto di aiutarla a cercare una soluzione alternativa, ma le tre proposte sono state tutte rifiutate. Stamattina, durante l’ennesimo colloquio nell’ufficio del sindaco per cercare una soluzione al problema abitativo della famiglia Nassif, uno dei componenti del nucleo familiare, N. M. di 20 anni, ha aggredito verbalmente il primo cittadino Valerio Zanni, quindi ha tentato di danneggiare gli arredi del municipio. Per calmare il giovane sono intervenuti due agenti della Polizia Municipale, e uno di essi è stato colpito dal ragazzo con un pugno al volto che ha procurato all’agente ferite allo zigomo sinistro con annesso deficit visivo, giudicate guaribili in cinque giorni dai medici del pronto soccorso dell’ospedale di Castelfranco Emilia. Il Comune di San Cesario e tutti gli operatori dei vari settori che si sono occu-pati del caso, si dicono estremamente amareggiati per il comportamento tenuto dalla famiglia Nassif. Va infatti ricordato che l’abitazione dove vivevano le sei persone non è di proprietà del Comune di San Cesario, ma di un privato cittadino che l’aveva ceduta alla famiglia Nassif dopo la stipula di un regolare contratto d’affitto. Dopo un sopralluogo effettuato da tecnici del Comune il 15 dicembre 2009 per verificare la sicurezza statica dell’abitazione, chiesto dalla stessa famiglia, la casa è stata dichiarata inagibile il 29 dicembre 2009, in quanto i tecnici hanno riscontrato problemi nello stato della struttura muraria perimetrale che potrebbero provocare cedimenti del tetto e sganciamenti delle pareti. La famiglia Nassif ha quindi contattato il proprio avvocato per chiedere al proprietario l’esecuzione dei lavori necessari alla messa in sicurezza della casa o la disponibilità di un altro alloggio fino allo scadere del contratto d’affitto e nel frattempo si è trasferita da amici. Il Comune sarebbe dunque del tutto estraneo alla vicenda, e per nulla tenuto a impegnarsi in tal senso, ma si è comunque attivato per cercare di trovare una sistemazione alla famiglia Nassif. Le soluzioni prospettate anche a livello temporaneo sono state tre, ma tutte sono state rifiutate. Una era la casa di un privato per conto del quale il Comune si era impegnato a fare da garante, ma la famiglia Nassif non l’ha accettata dicendo che si trattava di un’abitazione troppo vecchia. L’altra era una casa alloggio a Modena, la terza ipotesi è un appartamento disabitato in un Comune vicino, nel quale c’erano da eseguire gli allacciamenti delle utenze. Quest’ultima soluzione era stata in un primo tempo accettata, ma poi è stata respinta come le altre. Si arriva quindi alla giornata di oggi, quando il sindaco accetta di incontrare ancora una volta la famiglia Nassif per cercare di trovare una sistemazione a loro gradita. Ma dopo pochi minuti di colloquio, sono iniziati degli attacchi verbali da parte del giovane N. M., che hanno dato seguito alla richiesta di intervento da parte degli agenti della polizia municipale, finito con l’aggressione a uno di essi. Nella concitazione è rimasta ferita a un piede anche la segretaria del sindaco che cercava di preservare gli arredi dai danneggiamenti. Una volta allontanato il giovane, il sindaco ha continuato il colloquio con i coniugi Nassif alla ricerca di una soluzione, ma ancora senza risultato. «Sono profondamente amareggiato da un simile atteggiamento – dichiara il sindaco Valerio Zanni – stiamo facendo di tutto per aiutare questa famiglia a risolvere i suoi problemi abitativi e non mi sarei mai aspettato una simile reazione. Nonostante ciò, se lo vorranno, continueremo a cercare di dar loro una mano».
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2010
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